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La guerra in Israele
L’appello di padre Ibrahim Faltas, Vicario della Custodia di Terra Santa: «Questo conflitto è l’apice e l’epilogo di un disinteresse, da parte di tutti, in questi lunghi anni, di risolvere il problema mediorientale. In 34 anni che sono qui non ho mai visto nulla di simile. Gerusalemme è il cuore del conflitto. La Comunità internazionale deve intervenire subito».
«Ho voluto chiamarlo “appello al mondo” perché non basta che i Paesi esprimano la propria (giusta) condanna della violenza e la (giusta) solidarietà per le vittime, sia israeliane che palestinesi, ma serve una presa di coscienza da parte della Comunità internazionale perché risolva il problema del conflitto mediorientale al più presto».
Sono le parole accorate di padre Ibrahim Faltas, vicario della Custodia di Terra Santa che si trova a Gerusalemme: «In 34 anni che sono qui non ho mai visto nulla di simile, la carneficina di israeliani e palestinesi, la ferocia e l’umiliazione verso i morti, la violenza verso gli ostaggi», dice al telefono, «ho vissuto la Prima e la Seconda Intifada ma mai ho visto quello che sto vedendo adesso. E il peggio purtroppo deve ancora venire».
Faltas è direttore delle scuole della Custodia di Terra Santa e direttore della Casa Nova di Gerusalemme. È stato viceparroco a Betlemme, parroco a Gerusalemme e responsabile dello Status Quo della Basilica della Natività. Determinante fu la sua mediazione tra palestinesi e israeliani durante l’assedio alla Basilica della Natività di Betlemme nel 2002.
Faltas vuole lanciare un “Appello al mondo” per chidergli di fermare la guerra: «Da ottobre 1973 a ottobre 2023 sono passati cinquanta anni dalla guerra di Yom Kippur, tra Israele ed Egitto, e da allora mai abbiamo visto in questa terra una violenza come in questi giorni», racconta, «siamo stati tutti colti di sorpresa, nessuno si aspettava una guerra così devastante che in un solo giorno ha fatto più di 700 morti israeliani e 2200 feriti, e circa lo stesso numero di palestinesi di Gaza».
«Abbiamo sentito la voce del mondo intero che ha inviato messaggi di vicinanza e la condanna a questa guerra sia agli Israeliani che ai Palestinesi. Purtroppo penso che questa guerra sia l’apice e l’epilogo di un disinteresse, da parte di tutti, in questi lunghi anni, di risolvere il problema del conflitto mediorientale», sottolinea Faltas, «chiedo alla Comunità internazionale di intervenire subito, di trovare una soluzione affinché sia estirpato radicalmente il cancro della violenza e della guerra. Questa guerra sta mettendo ancora più in pericolo le fragili speranze di pace che sembravano delinearsi. Vi prego di non aspettare! La guerra attuale potrebbe essere lunga, senza via d’uscita, le fragili speranze di pace che sembravano delinearsi un po' all'orizzonte stanno andando completamente in fumo».
Faltas chiama in causa la Comunità internazionale che, dice, «è chiamata oggi a fare uno sforzo molto più grande per riprendere i fili e tentare di arrivare a una soluzione pacifica che è l’unica strada da percorrere per evitare il ripetersi di conflitti. Gerusalemme è sempre contesa e inevitabilmente diventa il cuore del conflitto! Hamas ha definito questa guerra “Il diluvio di Al-Aqsa” riportando l’attenzione sul nome di Gerusalemme. I nostri cuori sono ricolmi di tristezza a vedere tutti questi morti per strada, nelle loro auto, nelle loro case. Ci troviamo a vivere in una situazione inimmaginabile».
Antonio Sanfrancesco (Famiglia Cristiana)