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Liturgia della Domenica 1 Dicembre - Il Commento di Don Claudio
Luca è il Vangelo che ci accompagna in questo anno liturgico che si apre con la I domenica di Avvento.
Vangelo che sentiremo proclamare in tutte e tre le domeniche di Avvento con la solennità dell’Immacolata che sostituisce la seconda domenica di Avvento.
E ancora una volta, all’inizio di un anno liturgico, giunge a noi l’imperativo: vegliate! E l’evangelista Luca, ci dice come vegliare: pregando!
L’avvento è il tempo dell’attesa. Chi meglio di una mamma non potrebbe parlarci dei suoi mesi di attesa del bimbo che porta in grembo! Il rallentare le attività. Il sostare in silenzio per cogliere quella vita che porta in grembo. Quel parlare con questo bimbo che custodisce dentro di sé costruendo una relazione che durerà per la vita intera. Preparare un ambiente e un clima famigliare che sia il più bello possibile. Il tempo dell’attesa! (che non può essere forzato ma rispettato).
In un mondo come il nostro dove spesso non siamo più capaci di attendere... dove di certo ciò che ci gira attorno non ci facilita rovinando quello stupore, quella impaziente attesa che ha contraddistinto la nostra infanzia per l’arrivo di Santa Lucia e del Natale. In un mondo dove la parola d’ordine sembra essere “tutto e subito”, la gravidanza e lo scorrere preciso dell’alternanza tra il giorno e la notte e tra i giorni che si accorciano in termini di luce e torneranno, seppur lentamente, ad allungarsi nelle vicinanze dei giorni del Natale... in questo contesto non facile siamo invitati a declinare la nostra vita sulla modalità dell’attesa. Un’attesa vigile, orante, che vogliamo riempire di significato anche attraverso la parola che ci viene donata in questi 24 giorni che ci separano dal Natale. Anche un lume acceso nelle nostre case, o la corona dell’avvento che ci accompagna nelle quattro settimane... tutto può diventare motivo per rendere diversa e più vera la nostra attesa. Non standardizziamo questo avvento al mondo consumistico che già da giorni ci parla della magia del Natale, riempiendo negozi e strade di luci... ma ahimè dimenticando Colui che ci apprestiamo ad accogliere!
Riappropriamoci di questo tempo per preparare il cuore ad accogliere quel Bambino nato per noi ma anche a predisporre la nostra vita, sempre lo dovremmo fare, all’incontro con il Figlio dell’uomo che non sappiamo quando verrà. Non cuori appesantiti, non distrazioni, non affanni (che la vita inevitabilmente porta con sé) ma cuori leggeri, attenti... capaci di risollevare il capo perché pronti ad accogliere il Signore che viene!
Iniziamo questo cammino. Iniziamolo con la consapevolezza che non sono gli altri che devono camminare, non sono gli altri che devono provvedere, non sono gli altri che ci auguriamo facciano qualcosa di particolare... ma siamo noi, sono io... personalmente, con le mie scelte, i tempi dedicati, i gesti posti in essere nelle piccole cose della quotidianità... sono io che devo dare il passo al mio andare per arrivare a Betlemme, nella notte di Natale, con il cuore ancora una volta colmo di gioia, di disponibilità, di stupore per quel Bambino che dà un senso alla mia vita, alla mia attesa, al mio vegliare e al mio pregare!
Non stanchiamoci in queste quattro settimane di avvento di ripetere con le labbra, ma soprattutto con il cuore: Vieni, Signore Gesù!