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Liturgia della Domenica 15 Settembre - Il commento di Don Claudio
Parole che ritornano. Giro di boa del Vangelo di Marco. Cuore di questo scritto. Parole e domande che si intrecciano: “Chi sono io per la gente… e voi chi dite che io sia?”. Risposte conosciute. Quello che dice la gente, quello che dice Pietro a nome dei discepoli. A tutto ciò dobbiamo assommare la nostra risposta. Quel Gesù che l’evangelista Marco ci racconta in queste anno liturgico… riconosciuto dagli indemoniati, dai guariti ed espressamente invitati a tacere e a non divulgare, chi è per me? Non è una risposta tra le tante quella che possiamo dare… non è una risposta presa in prestito… una risposta preconfezionata! È e deve essere la nostra risposta! Che non può essere il risultato di qualcosa di esterno a noi… ma che deve necessariamente coinvolgerci nel più profondo di noi stessi. Chi sei tu per me? Chi è Gesù per me, per le mie scelte, per il mio essere uomo e donna… Gesù è la verità sull’uomo. Verità autentica che non ha nulla a che vedere con le teorie che silenziosamente si insinuano nel nostro vivere quotidiano. Lui, vero Dio e vero uomo, è il modello sul quale costruire ogni vita… perché Gesù è la piena realizzazione del nostro essere. Lui è la risposta alle nostre domande di senso, di autenticità, di significato.
Ma questo lo possiamo scoprire non tanto nella misura di un’idea che ci possiamo fare, come del resto si era fatto Pietro o quanti stavano appresso a Gesù. Lui è sì il Messia, il Cristo, l’unto del Signore ma il suo essere risponde ad un progetto che lo vedrà soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi fino ad essere ucciso per poi risorgere.
Per Pietro tutto ciò non ha senso, per lui non ci siamo! Lo stesso presumibilmente vale anche per molti di noi… ma se non capisci, se le tue coordinate sono altre… mettiti dietro al Maestro, e seguilo su quella strada che Lui sta percorrendo. Perché solo nella misura in cui perderai, spendendola per gli altri, la tua vita… solo così ti salverai.
Le opere, dice Giacomo, sono il segno evidente di quello spendere la tua vita per Gesù, di quel dire il tuo essere discepolo autentico del Signore che fa trasparire la propria fede nell’adoperarsi per gli altri, nel morire a se stessi perché Lui viva in me.