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Liturgia della Domenica 17 Dicembre - Il Commento di Don Claudio
Tu chi sei? Chi sei dunque (chi credi di essere)? Sei tu Elia? Sei tu il profeta? Chi sei, che cosa dici di te stesso? Perché battezzi?
Sei domande che a raffica vengono rivolte dai sacerdoti e dai leviti inviati dai Giudei per conoscere quest’uomo che predica e battezza sulle rive del fiume Giordano.
Giovanni il Battista, colui che battezza. Giovanni il Precursore, colui che apre la strada. Giovanni il testimone della luce. Giovanni voce che si rifà a quel profeta Isaia di cui abbiamo sentito proclamare una settimana fa: “Rendete ritta la via del Signore”.
Nella prossimità del Natale, in questa terza domenica di Avvento, domenica “Gaudete” dalle parole dell’antifona di apertura, “Rallegratevi sempre nel Signore” che trovano eco nella seconda lettura di oggi, “Siate sempre lieti” … in questa terza domenica, l’evangelista Giovanni ci parla di quest’uomo, che si presenta in maniera sobria, rude e determinata, che non ha nessuna pretesa di prendere il posto di qualcun altro e si limita a rispondere agli interrogativi con un no e a mettere in campo ciò che lui non è!
Se Gesù non ha difficoltà a ricondurre il cugino Giovanni al profeta Elia, che doveva tornare prima della venuta del Messia, questi uomini, non riescono a cogliere in lui l’uomo che prepara la via, il terreno, che invita tutti, i contemporanei e al contempo noi, a preparare il cuore ad accogliere Colui che viene!
Il Battista invita e sprona ognuno di noi a diventare, come lui, indicatori di Colui che viene. Preparare la strada, predisporre i cuori, togliere di mezzo tutto ciò che ci fa perdere di vista il senso autentico di quanto ci apprestiamo a celebrare, il Natale del Signore.
Il Battista con il suo stile di vita, con le sue parole, con il suo battezzare con acqua, interroga… non dobbiamo certo vivere alla stregua del suo modo di porsi sulla scena di quel tempo, ma possiamo diventare significativi con le nostre scelte, il nostro esempio, il nostro vivere questo tempo di Avvento, perché chi ci incontra non manchi di interrogarsi sul suo prepararsi a celebrare questo Natale. Perché il pericolo sempre imminente è quello di accodarci ad una ritualità esterna che non ci coinvolge nel profondo. Il rischio è quello di lasciar scorrere i giorni del calendario, in questo caso dell’avvento, e non sentirci profondamente coinvolti da un desiderio autentico di fare in modo che la nostra vita si possa incontrare con il Signore Gesù, con la sua venuta, con la sua Parola, con la sua Luce.
Per diventare a nostra volta, come dirà Gesù nel suo Vangelo, luce del mondo, parola vivente, testimoni credibili del suo messaggio.
Ad una settimana dal Natale, prepariamo il nostro cuore ad accogliere Colui che chiede di tornare a nascere nel nostro quotidiano, sforzandoci di essere noi stessi dei segnali che conducono a Gesù.