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Liturgia della Domenica 21 Luglio - Il commento di Don Claudio
“Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore - nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra”. Queste parole riportate nel libro del profeta Geremia guardano lontano. Ad un popolo che corre il rischio di non essere guidato da pastori autentici viene fatta la promessa di un Pastore, Cristo Gesù, che avrà cura del popolo a Lui affidato ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Paolo sottolinea questo aspetto nella lettera agli Efesini ricordando come in Gesù il muro che divideva, separava, creava inimicizia, è stato abbattuto realizzando un solo uomo nuovo. Forse questo messaggio potrebbe risuonare anacronistico o irrealizzato… ma in Gesù non può che essere autentico, perché in Lui si è costituito un solo corpo che si rende presente al Padre in un solo Spirito.
Il Vangelo di Marco è un invito rivolto ai discepoli di ieri e di oggi: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Queste parole inserite nel contesto del brano ascoltato sembrano risolversi in una non attualizzazione perché si, ci si muove in barca verso un luogo deserto, ma al contempo molti precedono l’arrivo del Maestro e dei suoi discepoli e Gesù sentendo compassione si prende ancora cura di loro.
Potremmo da questa parola trarre due sottolineature: il pastore, colui che è inviato per essere con il popolo a lui affidato deve lasciarsi consumare da quella missione che gli è stata affidata. C’è la necessità, oggi più che mai, di ritagliarsi dei momenti nei quali riposare, ma al contempo l’appello del Vangelo non conosce sosta perché sempre deve consegnarsi a chi per mille strade chiede di essere raggiunto dalla buona notizia.
Dall’altra parte, il troppo spendersi può portare ad un ministero che diventa arido, che non porta alcun frutto e questo vale non solo per i pastori in cura d’anime, vale per tutti noi. Il pericolo sempre alle porte è che nel tempo dell’estate, tempo del riposo, paradossalmente, possiamo andare alla ricerca di quello che anziché ristorarci ci stordisce… la vacanza come occasione per lo svago, l’evasione, il chiasso, la sregolatezza… con il pericolo alla fine di essere più stanchi di quando siamo andati in vacanza.
Quanto è necessario per tutti recuperare un tempo nel quale immergerci nella bellezza del silenzio, del creato, degli affetti familiari che vanno coltivati, nella lettura di un buon libro, nella preghiera… che possano diventare rigeneranti per la nostra vita quotidiana che spesso è assillata da un ritornello ricorrente: “non ho tempo”! Facciamo nostro l’invito di Gesù. Non manchi, in queste settimane, del tempo per ricaricarci e diventare poi più significativi e attenti con la nostra vita nei confronti delle persone che incontreremo.