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Liturgia della Domenica 4 Febbraio - Il Commento di Don Claudio
“Guai a me se non annuncio il Vangelo!” Così scrive Paolo nella sua prima lettera ai Corinzi. Egli è l’Apostolo delle genti, è Colui che sulla strada che lo portava a Damasco si sente chiamato per una missione importante e da persecutore dei primi cristiani diventa araldo intrepido del Vangelo.
Ogni battezzato dovrebbe muovere i passi della propria vita a partire da questo impegno: annunciare il Vangelo. Non di certo secondo le modalità di Paolo ma con lo stesso spirito e lo stesso mandato… laddove ciascuno, ogni giorno, si trova a coniugare la propria vita con le vicende terrene e le esigenze del Vangelo.
Anche Gesù nel Vangelo di Marco ricorda ai suoi discepoli questo mandato: per questo sono venuto, per predicare, annunciare, dire la buona notizia.
Siamo sempre nel contesto del primo capitolo di Marco… e lo saremo anche domenica prossima, prima di cedere il testimone alla Quaresima. Quella che viene descritta da alcuni versetti proclamati domenica scorsa e da altri riportati nel Vangelo odierno è la giornata tipo del Maestro, una giornata vissuta a Cafarnao. L’entrare in sinagoga, predicare con autorevolezza, scacciare uno spirito impuro e quindi, apertura del Vangelo di oggi, uscire dalla sinagoga ed entrare nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. Il Maestro, potremmo dire, si immerge nella ferialità, entra nel vissuto quotidiano e compie quel gesto di guarigione che riabilita la suocera di Pietro, febbricitante, e le permette di tornare alle sue faccende domestiche. La sua presenza fa si che tutta Cafarnao sul far della sera sia addossata, quasi come in un abbraccio, laddove Gesù si trova. E gli portarono ammalati e indemoniati.
Ed egli ne guarì molti e, ancora, non permetteva ai demoni di svelare chi fosse Lui. Gesù compie miracoli per suscitare la fede! Compie segni per portare l’altro a conoscere Dio ricco di misericordia. Tutto questo avviene per quel forte legame che Gesù ha con il Padre celeste, cercato fin dal mattino, ritirandosi in un luogo deserto.
Trovare il tempo per stare a tu per tu con Colui che rende possibile le guarigioni e converte il cuore alla fede. Al mattino presto, in un ritaglio di tempo durante la giornata, prima di coricarci… non mancare a questo stare cuore a cuore con il Signore. Spesso siamo tentati di dire “non ho tempo”, presi come siamo da mille cose da fare che riteniamo più urgenti, più importanti e necessarie. Quel sostare cercato, coltivato, vissuto, fedele e puntuale, può diventare la forza che guida le nostre giornate.
Tutti ti cercano! Non è l’entusiasmo del momento, del sensazionale, del miracolo che interessa a Gesù… ad Egli importa annunciare la presenza del Regno ieri come oggi. E prosegue il suo cammino sulle strade della Galilea per annunciare e scacciare demoni. Stiamo al passo con Gesù e chiediamo a Lui che ci renda capaci di ascoltarlo e di incontrarlo per poi a nostra volta testimoniarlo nel quotidiano della vita.