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Liturgia della Domenica - 17 Febbraio
Le Beatitudini, prima che impegni, sono la proclamazione della vicinanza del Regno di Dio. Luca dà particolare rilievo alla dimensione sociale, privilegiando i poveri, che sono invitati alla speranza, mentre i ricchi sono invitati alla conversione.
«BEATI I POVERI... GUAI A VOI, RICCHI»
Qual è la nostra speranza? Dove si fonda? La liturgia ci interroga oggi su questi temi, proponendoci due modi opposti di impostare la vita: possiamo confidare in noi stessi (I Lettura), condannandoci a una sterilità, come quella di un tamarisco nella steppa; oppure possiamo riporre la nostra fiducia in Dio: saremo allora come un albero che non smette di produrre frutti. La nostra felicità o la nostra infelicità dipendono da questa scelta fondamentale. Beati, infatti, afferma Gesù in Luca, (Vangelo) sono tutti coloro che cercano il proprio bene e la propria gioia in ciò che Dio promette loro. Gesù usa dei verbi passivi, con i quali allude all’agire di Dio. Beati sono i poveri ai quali Dio dona il suo regno, dei quali sazierà la fame e consolerà le lacrime.
Le Beatitudini ci parlano di una felicità che è generata dalla nostra relazione con Dio, anziché venire inseguita con le proprie forze e progetti. In modo ancora più stringente san Paolo (II Lettura) ci ricorda che la nostra speranza è ancorata a ciò che Dio ha fatto per noi risuscitando il Figlio dai morti, perché tutti potessimo avere vita in lui.