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Liturgia della Domenica - 27 Gennaio
Noi siamo oggi radunati per ascoltare la parola di Dio e viverla. È una parola che ci impegna a formare, nonostante le nostre diversità, un solo popolo e un solo corpo: quello di Cristo.
«OGGI SI SI È ADEMPIUTA QUESTA SCRITTURA»
Come ogni domenica il Signore ci convoca in assemblea santa e si fa per noi presenza viva con il dono della Parola che ha il potere di trasformare, con la forza di un solo Spirito, le molte e diverse membra che cooperano all’edificazione dell’unico corpo di Cristo (II Lettura). Ancora una volta siamo invitati, come il popolo d’Israele, a prostrarci dinanzi al Signore in questo giorno a lui consacrato e a tendere l’orecchio per accogliere l’annunzio di gioia e di speranza ben più grande della proclamazione della legge da parte del sacerdote Esdra (I Lettura).
Non Esdra ma Gesù si fa nostro maestro e, su mandato del Padre, a Nazaret ci offre il programma del suo ministero: l’anno di grazia del Signore. È la bella notizia, il Vangelo, annunzio di gioia per destinatari privilegiati che tali non sono secondo la logica e le categorie umane: la gioia ai poveri, la libertà ai prigionieri, ai ciechi la vista, agli oppressi l’affrancamento dalla schiavitù.
Per quanti aderiranno alle parole di Gesù, non c’è solo la garanzia di una grazia, ma anche la promessa di vita.