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Liturgia della Domenica 28 Luglio - Il commento di Don Claudiio
Oggi per entrare in qualsiasi dispositivo, per garantirne anche una certa privacy, c’è la necessità di un user name, un nominativo, e di una password, che scegliamo noi e che ci permette di accedere. Anche dalla liturgia possiamo estrarre una password, una parola d’ordine che possa aiutarci ad entrare nella vita e nella vita di fede. La parola, per questa XVII domenica del tempo ordinario, potrebbe essere: FIDATI!
Fidati come quell’uomo venuto da Baal Salisà dovette fidarsi di Eliseo, nonostante le sue incertezze. Mettere a disposizione quei venti pani d’orzo per cento persone.
Quanto sappiamo fidarci delle persone, quanto in particolare sappiamo fidarci del Signore?
Il vangelo si muove sulla stessa linea. Vale la pena ricordare come l’episodio ascoltato sia riportato da tutti e quattro i Vangeli e in Giovanni, in un certo qual modo, sostituisce il racconto dell’ultima cena che non vi è descritto se non nel gesto della lavanda dei piedi. Da oggi, per cinque domeniche Marco viene sostituito dalla lettura continua del sesto capitolo del Vangelo di Giovanni.
Quanti spunti ci sono offerti dalla pagina di Giovanni. Ne vorrei sottolineare uno che ci riporta alla nostra password: fidarci! Gesù interpella Filippo per rispondere ad un bisogno reale, dar da mangiare a una moltitudine di cinquemila uomini. E qui entra in campo la nostra capacità e bravura economica, il dire in poche parole che non si può sfamare tutta quella gente non avendo niente. Fidati! Dopo Filippo ecco Andrea: “c’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci: ma che cos’è questo per tanta gente?” l’umano, l’economico, la concretezza del nostro vivere che non ammette spiragli alla potenza di Dio, alle sorprese di Dio, all’imprevedibile che Dio può operare. Fidati!
Come posso fidarmi quando attorno a me è una continua litania di cose che non vanno, non girano per il verso giusto, non mi danno un attimo di tregua… Ma ti stai fidando e continui imperterrito con i tuoi ragionamenti, calcoli, vedute terra terra.
C’è qui un ragazzo. Quel ragazzo, come fanno i più piccoli, non si pone nella logica degli adulti. Quello che ha lo dona, lo mette a servizio. Che cosa sono pochi pani e due pesci? Niente… eppure lui si fida!
Potremmo dire che la rinascita avviene per la disponibilità dei ragazzi. Le nostre comunità rinasceranno nella misura in cui noi ci fidiamo di Dio e dei ragazzi. Solo la loro freschezza e genuinità potrà ridare vigore alle nostre comunità. E io dico grazie a quei genitori, a quelle mamme e papà, a quei nonni, che dicono a Gesù… c’è qui un ragazzo! Perché con loro, in Gesù, possiamo moltiplicare il pane, possiamo moltiplicare la gioia, possiamo moltiplicare la fede…
Va da se’ che noi adulti li dobbiamo aiutare, li dobbiamo accom-pagnare, li dobbiamo rendere partecipi e quindi: fidati! Non avere paura di puntare su di loro, di contare su quello che di buono possono donare. Dalla mia piccola esperienza sono sempre stato convinto che rendere i ragazzi protagonisti dà un volto nuovo alle nostre comunità perché loro sono oggi il nostro futuro e loro se li rendi partecipi portano con se’ mamma, papà, famiglie… la comunità.
Chiediamo al Signore che ci renda capaci di fidarci di Lui e di fidarci della potenzialità di chi si affaccia alla vita e preghiamo perché i nostri ragazzi non si entusiasmino per un giorno ma siano sempre capaci di contagiare le nostre comunità con l’amicizia con Gesù che deve crescere in loro.