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Liturgia della Domenica 3 Dicembre - Il commento di Don Claudio
Solennità di N.S. Gesù Cristo Re dell’Universo. In Cristo tutte le cose convergono. Si arriva al punto apice dell’anno liturgico, sette giorni fa, e si riparte! Non è un avvio già visto e che ora ci apprestiamo a rivedere. È un nuovo inizio perché, inevitabilmente, pur nel ripetersi dei riti, delle letture, delle settimane, noi siamo nuovi rispetto allo scorso anno, rispetto all’ultimo Avvento.
25 dicembre, Natale del Signore, le quattro domeniche che precedono questa data danno vita al tempo dell’Avvento. Quest’anno il 25 dicembre sarà di lunedì e quindi l’Avvento è costituito da tre settimane secche, ventuno giorni.
Avvento: attesa, venuta, preparazione a…
Cosa comporta vivere questo tempo? Solo una preoccupazione esterna a noi o un coinvolgimento interiore, spirituale, autentico?
Attorno a noi il mondo è preoccupato del Natale ma di certo quello del consumo, delle cene, del ritrovarsi come famiglie. Potrebbe essere anche un Natale particolare e forse, proprio per questo, più genuino, senza tanti fronzoli, senza quell’artefatto che nel tempo ci ha fatto perdere di vista chi è al centro di questa celebrazione.
Vivere il Natale 2023, ancora una volta dipende da noi. E il Vangelo, a cui fa eco la prima lettura tratta dal profeta Isaia, ci suggerisce delle coordinate ben precise perché questi giorni si rivestano del significato più profondo che l’Avvento porta con se’: Fate attenzione e vegliate, quest’ultimo verbo ripetuto quattro volte nei pochi versetti (5) del Vangelo di Marco.
Fare attenzione. Nella nostra quotidianità ci sono delle occupazioni, delle cose che siamo chiamati a fare e che richiedono la massima attenzione, onde evitare problemi con le persone e con le cose. Ma tante volte, per esempio quando preghiamo, la nostra attenzione sembra fluttuare sui pensieri, sulle preoccupazioni, su quello che dobbiamo fare… attendere vuol dire porre attenzione a chi sta per venire. Pregare vuol dire fare in modo che noi siamo presenti, non solo fisicamente, ma con la testa e con il cuore a quel metterci dinanzi a Dio. Questo potrebbe essere un primo atteggiamento da affinare in questi giorni di Avvento. Essere attenti alla nostra preghiera. Passare dalla quantità alla qualità.
Vegliare! Anche questo atteggiamento ci chiede di non sonnecchiare, per esempio nella nostra vita di cristiani… un po’ intorpiditi, un po’ legati alla moda del momento. Vegliare perché vogliamo dare spessore a questo vivere da discepoli.
Quando si attende un bimbo che deve nascere, quando aspettiamo una persona cara che magari non vediamo da tempo… beh il nostro cuore diventa quasi impaziente ma sappiamo che c’è bisogno anche di quel tempo che non possiamo lasciare vuoto, freddo, passivo… il preparare il corredino, le visite mediche, le telefonate, le videochiamate… le studiamo tutte pur di mantenere vivo il contatto, e arricchire di valore l’attesa.
Vegliare significa riempire di significato questi giorni che ci separano dal Natale, riempire di significato ogni giorno della vita che deve prepararci all’incontro con il Signore.
Così sia l’impegno di questa prima settimana: Fare attenzione, vegliare, perché il Natale non arrivi all’improvviso e il nostro cuore sia appesantito da ciò che non serve e povero di Colui che attendiamo.
La Vergine Maria che celebreremo nella solennità dell’Immacolata venerdì prossimo ci sostenga nel nostro cammino.