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Liturgia della Domenica 12 Gennaio - Il commento di Don Claudio
La festa odierna porta a compimento il tempo di Natale. Due sono gli spunti di riflessione che scaturiscono da questo giorno: il Battesimo del Signore Gesù e il nostro Battesimo.
C’è un interrogativo che accompagna i contemporanei di Giovanni il Battista: è lui il Cristo atteso? Il suo stile di vita, la sua predicazione, l’invito alla conversione... tutto faceva presagire che lui dovesse essere il Messia che il popolo attendeva. Ma Giovanni è chiaro: “Io vi battezzo con acqua... ma viene chi vi battezzerà con lo Spirito Santo”.
Quel rito austero che Giovanni compie sulle rive del Giordano è un rito non nuovo per il popolo di Israele. È un segno che invita alla conversione, alla purificazione, al cambiare vita (un po’ come la nostra confessione). Gesù immergendosi nelle acque del fiume Giordano e, facendosi battezzare, non vuole dirci che pure lui ha bisogno di conversione, di purificazione, di cambiare vita; Lui si mette in coda con il popolo e il suo immergersi nelle acque di quel fiume sta a significare entrare nella nostra umanità, immergersi in ciò che noi siamo santificando le acque del Giordano. Da lì inizia il suo ministero, la sua vita pubblica, il suo camminare accanto a noi, il suo farsi carico della nostra umanità in tutto eccetto il peccato!
È una nuova manifestazione, dopo quelle del Natale, che Luca racconta nel suo Vangelo. Ne ascolteremo un’altra fra sette giorni, laddove Gesù, partecipando alle nozze di Cana darà inizio ai suoi miracoli e i discepoli crederanno in Lui (questo secondo il Vangelo di Giovanni) e fra due domeniche, alla sinagoga di Nazareth, sempre nel Vangelo di Luca, che ci accompagna in questo anno liturgico, Egli dirà, dopo aver letto un passo del profeta Isaia, questa scrittura che oggi avete ascoltata si compie in me... “Sono venuto per...”.
All’inizio dell’anno liturgico, siamo quasi presi per mano e invitati a scoprire chi è questo Figlio amato nel quale il Padre ha posto il suo compiacimento. Un figlio che, una volta di più, cercheremo di seguire e di ascoltare nel corso di questo cammino.
Il battesimo che tutti noi abbiamo ricevuto è la porta che ci ha fatti entrare in uno stato di grazia! Siamo stati innestati nella morte e risurrezione del Cristo, chiamati a vita nuova... chiamati ad essere figli nel Figlio, fratelli in Colui che ci chiama a costituire un’unica famiglia, il Corpo di Cristo, che è la sua Chiesa. È un dono che ci è stato fatto fin dalla tenera età. Un dono che è stato responsabilità dapprima per i nostri genitori, che per noi hanno chiesto il Battesimo e si sono impegnati ad educarci nella fede, e poi per noi che nel corso della nostra vita siamo stati chiamati a vivere di conseguenza. La festa odierna ci deve spronare a interrogarci su come viviamo il nostro essere battezzati, su come decliniamo la nostra fede nel quotidiano, su come ci sforziamo di essere discepoli del Signore Gesù.
Sia questo giorno l’occasione per andare alla sorgente del nostro cammino di fede sforzandoci di vivere da cristiani che con gioia e impegno diventano ogni giorno di più capaci di testimoniare il Vangelo.