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Liturgia della Domenica 12 Maggio - Il Commento di Don Claudio
Apertura di un libro e chiusura di un altro. Primi versetti degli Atti degli Apostoli e ultimi versetti del Vangelo di Marco. Un unico racconto. Gesù che si congeda dai suoi. Scritti che fotografano bene la solennità che la Chiesa ci invita a celebrare in questa domenica, VII di Pasqua, ovverosia la solennità dell’Ascensione. Una promessa: il dono dello Spirito; un congedo: Gesù che sale al cielo e un invio: “andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”.
Sappiamo che questa straordinaria storia che in questi mesi ci ha portato a seguire ancora una volta da vicino il Signore Gesù non è conclusa. Solo domenica prossima, con il dono dello Spirito Santo avremo, potremmo dire, un quadro d’insieme di quanto celebrato nei giorni dell’Avvento-Natale, del tempo Ordinario nella sua prima parte, nella Quaresima e quindi della Pasqua. Umanamente non possiamo prescindere dalle categorie spazio-temporali. Luoghi e tempi che scandiscono una vicenda, una vita, uno storia. Ma a ben vedere il Vangelo di Giovanni ci ricorda che la sera stessa di Pasqua Gesù alitò su di loro il dono dello Spirito. Lo Spirito potremmo dire è presente in germe. Quanto avviene a Pentecoste rafforza, consolida, completa quella missione che oggi è affidata agli undici e con loro a quanti hanno accolto la Parola del Signore crocifisso-risorto.
Anche noi, in forza del Battesimo che abbiamo ricevuto, e della Cresima, siamo stati resi partecipi di quella vocazione che ci appartiene, e non può essere altrimenti, ad ogni cristiano… essere un solo corpo, con un solo spirito che ci porta ad una sola fede che ci fa riconoscere in Gesù Cristo un solo Signore, unico Salvatore.
Gesù ci precede nel Regno dei Cieli e prepara per noi un posto. Stare con lo sguardo rivolto al cielo è un impegno di noi suoi discepoli ma non dobbiamo dimenticare di stare anche con i piedi per terra… perché noi siamo chiamati ad essere testimoni in questo tempo che il Signore ci dona. Testimoni credibili: con le nostre scelte, con i nostri comportamenti, con le parole. Solo così il Vangelo potrà continuare ad essere accolto come Parola che salva, Parola che rende nuove tutte le cose. Questo ci chiede oggi il Signore Gesù.