- Questo sito usa cookie per fornirti un'esperienza di navigazione migliore.
- approfondisci
- ok
Liturgia della Domenica 15 Dicembre - Il Commento di Don Claudio
La liturgia della III domenica di Avvento si caratterizza per l’invito alla gioia che deve essere di chi prepara il proprio cuore ad accogliere il Signore. “Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino”. Così l’antifona di ingresso di questa celebrazione, facendo proprie le parole dell’Apostolo Paolo alla comunità di Filippi.
Certo oggi non è così scontato essere felici, essere nella gioia, rallegrarci! Ma questo accade perché probabilmente o abbiamo perso o stiamo perdendo dei punti di riferimento che fanno si che la gioia vera non abiti più nei nostri cuori, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità. L’andamento del mondo ci propone una gioia che ha ben poco di autentico. Quotidianamente siamo raggiunti o da notizie negative o da un modo di intendere la felicità che è presente per questo o quel prodotto… per questo modo piuttosto che un altro di impostare la propria vita.
E siamo tutti consapevoli che la gioia vera non ha bisogno di luci artificiali o di chissà quali palchi… ma ha bisogno di cuore, di umanità, di capacità di stupirsi delle piccole cose. Del resto, quegli uomini che partirono del lontano Oriente, seguendo una stella, e giunsero in quella casa dove viveva un uomo, una donna e un bambino… seppero stupirsi e inginocchiarsi davanti al prodigio del Divino che si era incarnato... ma agli occhi loro si presentava come un qualsiasi piccolo nato da donna.
“Rallegratevi! Canta ed esulta! Siate sempre lieti nel Signore!” Così la liturgia odierna. È un continuo invito a non passare nel grigio del tempo questo nostro prepararci al Natale del Signore.
Per tre volte nel Vangelo di Luca risuona quella domanda che si ricollega a questa sete di felicità e di gioia che ogni uomo porta con se’! Le folle, i pubblicani, i soldati si rivolgono al Battista e gli chiedono: “Che cosa dobbiamo fare?”. Talora è la nostra domanda. Lo è di fronte a situazioni che ci si pongono dinanzi in maniera inaspettata (un incidente di percorso, una malattia… o anche qualcosa di positivo che non era calcolato). È la domanda che ci poniamo quando vorremmo autenticamente passare dalle parole ai fatti… è il desiderio di dare una svolta alla nostra vita. Di metterci, sul serio, all’opera!
“Che cosa dobbiamo fare?”. E il Battista risponde senza pretendere l’impossibile. Anzi a partire da quella che è l’ordinarietà della vita domanda che ciò che uno è o fa … sia fatto bene, con un’attenzione verso l’altro, consapevole che la piena realizzazione della nostra vita… la gioia vera, passa nelle pieghe della vita ordinaria, con una disponibilità a vivere intensamente quello che ogni giorno ognuno di noi è chiamato ad essere.
A te mamma o a te papà ti è chiesto di vivere con gioia la tua vocazione di genitore che ogni giorno è chiamato a dare alla vita i propri figli. A te che lavori è chiesto di compiere con passione e attenzione il tuo lavoro… non calpestando o non sfruttando i diritti e le opportunità dell’altro. A te che sei chiamato a svolgere un servizio nei confronti della collettività è richiesto di cercare sempre soluzioni migliori per chi ti è affidato. A te che svolgi un compito nell’educazione è chiesto di aiutare chi è in formazione a tirar fuori il meglio di quanto uno si porta dentro…. E la lista potrebbe continuare…
“Che cosa dobbiamo fare” … in questa terza settimana di Avvento che ci sta davanti e che da martedì ci proietterà nei giorni della Novena del Natale … lasciamoci interrogare: “Che cosa dobbiamo fare?”. Vivere bene ogni momento, fare spazio al Signore che viene, attraverso la preghiera e i sacramenti, non dimenticando che la condivisione, la mancanza delle cose essenziali… la gioia… tante volte è assente nella vita di tanti nostri fratelli.
Lasciamoci interpellare da quella gioia che deve essere nostra… perché ci prepariamo a ricevere il Signore Gesù.