Liturgia della Domenica 22 Dicembre - Il commento di Don Claudio

annunciazione.delsignoreRaggiunta dall’annuncio dell’Angelo, Maria, racconta l’evangelista Luca, “si alzò e andò in fretta” ... C’è stupore, turbamento, incredulità davanti a quanto si sente dire Maria. Ci sarebbe bisogno di tempo, di silenzio, di cercare di capire. Ma questa giovane donna, avendo sentito dall’angelo stesso che la cugina Elisabetta stava vivendo qualcosa di straordinario, pure lei ... si alza e va in fretta da questa donna avanti negli anni e sterile! Cento chilometri fatti a piedi. Un lungo tratto di strada che non frena e non blocca l’entusiasmo di Maria. Occorre andare, occorre raggiungere Elisabetta, occorre condividere una gioia troppo grande per trattenerla tutta per sé. 

Il Vangelo ancora ci racconta l’umanità che si rende visibile nell’incontro di queste due donne: il vecchio e il nuovo, la vergine e la sterile, Dio che irrompe nella storia di due donne e con loro, grazie alla loro disponibilità fa in modo che fiorisca qualcosa di straordinario, di nuovo, di unico, di bello!

A noi uomini del Terzo millennio è rivolto oggi questo Vangelo, il suo messaggio. A noi che calcoliamo tutto al millesimo secondo ... a noi che mettiamo in discussione tutto e vogliamo stravolgere le stesse leggi della natura ... diventiamo scettici, indagatori oltre misura ... sorridiamo e avanziamo i nostri “ma” e i nostri “se” di fronte alla grandezza di Dio che in due semplici donne compie meraviglie. 

E allora, quando succede questo, quando ci lasciamo distrarre da altro, quando il Natale è questione di marketing, di corse frenetiche, di cose da fare ... quando il Natale è la festa e la distrazione del tutto ... lo straordinario di Dio ci lascia freddi, incapaci di stupirci, lontani... lontani da Betlemme. 

Il bimbo di Elisabetta sussulta, la madre è riempita di Spirito Santo e chiede a Maria: “che cosa porta qui la Madre del mio Signore?”. Maria oggi chiede di entrare nelle nostre vite frenetiche, talvolta incapaci di stupirsi, talvolta sfaldate, vuote, solo all’apparenza felici... ma lontane mille miglia dal mistero autentico del Natale. 

Maria viene a noi in questa quarta domenica di Avvento, a poco più di 48 ore dalla celebrazione del Santo Natale, e ci invita a lasciarci pervadere dal dono dello Spirito Santo, ci sprona ad uscire dagli stereotipi di un Natale piatto dove corriamo il rischio di fare di tutto, tranne che fare silenzio, tranne che deporre le “armi” della nostra supponenza per accogliere Maria e con Lei gioire, essere beati ... capaci di accogliere un Bambino, la Vita, il Figlio di Dio che si fa piccolo. 

Mi permetto qui di augurarvi un Buon Natale: povero delle proposte del mondo ma ricco della proposta di Dio. Si facciamo festa con le nostre famiglie, con i nostri cari, con i nostri bambini ma non dimentichiamo il Bambino di Betlemme. Non manchi una preghiera prima di sedervi a tavola, prima di condividere, prima di scoprire, una volta di più, la bellezza degli affetti famigliari... se siamo insieme in questo giorno è perché Lui ci chiama a dirgli grazie, grazie per ogni cosa, grazie per la sua nascita, grazie per il suo amore, grazie per il suo essersi fatto bambino. Non lasciamoci sfuggire la gioia di celebrare un mistero grande... quello di Dio che si fa uomo!

E fin d’ora che sia per tutti un buon Natale!