Liturgia della Domenica 29 Dicembre - Il Commento di Don Claudio

famiglia disegnoOggi celebriamo la festa della famiglia di Nazaret formata da Gesù, Maria e Giuseppe. Una famiglia che è stata punto di riferimento nei secoli per i cristiani che, pur nella diversità delle situazioni, sempre si sono affidati e ispirati alla Santa Famiglia di Nazareth.

Oggi il modello della famiglia naturale e del Vangelo sembra essere passata di moda! Non manca di essere motivo di riflessione e di confronto talora anche vivace, ma concretamente poi rimane lasciata sola e spesso per i modelli imposti dalla società vigente sembra essere passata in secondo piano. Eppure, tutti noi siamo stati attesi, accolti, amati e cresciuti all’interno di quella che San Giovanni Paolo II chiamava la cellula della Società o come la definiva il Concilio Vaticano II la piccola Chiesa domestica. 

Per quanto si tenti di stravolgere le leggi della natura, per quanto si vogliano far passare per famiglia altre forme di unione ... solo un uomo e una donna che si donano amore reciproco generano alla vita. 

Siamo consapevoli che la formazione di una famiglia è una vocazione. E che probabilmente non tutti possono capire e possono vivere di conseguenza questo dono! Se per formare un prete ci vogliono dagli otto ai quattordici anni, con un cammino certamente formativo anche a livello scolastico, anche per formarsi alla vita coniugale e alla famiglia c’è bisogno di un tempo congruo per essere in grado di vivere questa grande vocazione. Se un tempo la convivenza prima del matrimonio era una scelta controcorrente... oggi, degni di nota, sono coloro che arrivano al sacramento del matrimonio senza la convivenza, andando di certo controcorrente. Ma la questione di certo non si pone solo sotto l’aspetto del convivere o meno... ma si pone nella luce di quel consegnarsi uno all’altro per la vita che di certo non si improvvisa, non si porta avanti da soli, non si tenta fin che dura. 

Quante sofferenze da parte dei genitori quando i figli scelgono la strada privilegiata dell’ognun per sé. Ma quanta sofferenza è presente anche nella vita di quanti decidono di chiudere un rapporto... soprattutto se ci sono bambini che, incapaci di comprendere, spesso sono fra coloro che pagano le conseguenze più tristi di queste scelte.

Certo non è questo il luogo per fare una disanima sulle situazioni, sulle motivazioni, sulle conseguenze... resta il fatto che quando ci sostituiamo a Dio, quando mettiamo al centro il nostro io, o la mentalità che domina questo mondo... ci possono far sorridere certe riflessioni e veniamo etichettati come retrogradi o fuori del tempo. 

Ma oggi siamo spronati a chiederci con coraggio, soprattutto se abbiamo fatto la scelta di celebrare il sacramento del matrimonio, su quale modello costruiamo la nostra famiglia? Quanto coraggio abbiamo di andare a cercare Gesù quando, strada facendo, lo perdiamo nel nostro rapporto quotidiano... Quanto sappiamo custodire nel nostro cuore quelle che sono le situazioni belle e quelle meno belle che possiamo incontrare sul nostro cammino... o siamo spinti dalla reazione istintiva a scegliere la strada più facile quando incappiamo in un momento di difficoltà, di incertezza, di inquietudine? È inevitabile che la vita porti con sé anche momenti di fatica, di stanchezza, di incomprensione, ma proprio a partire anche da questi momenti (le crisi servono a crescere) possiamo arricchire il nostro essere coppia prima, e famiglia poi. 

Possiamo chiederci se sappiamo donare ai nostri ragazzi famiglie salde nell’amore, capaci di pregare, di confrontarsi con il Vangelo, di trovare tempi per crescere insieme? La famiglia deve essere la palestra della vita. Se perdiamo di vista la responsabilità grande che ci è stata affidata nel generare alla vita… non occorre che aggiunga altro perché le conseguenze sono sotto i nostri occhi, tutti i giorni. 

Chi educa i nostri ragazzi? Chi crede veramente in loro? Chi sa ascoltarli, incoraggiarli, sostenerli… in una parola: chi sa amarli? Nel tempo del “tutto e subito”, in un mondo che applaude quando i bambini scimmiottano i grandi… e non vivono più da bambini… chi risponderà della loro infanzia rubata, sminuita, lasciata alla giornata!? 

Chiediamo, in questo tempo di Natale, al Bambino Gesù che ci renda disponibili a crescere alla scuola della Santa Famiglia di Nazareth per donare al mondo famiglie innamorate della vita, testimoni credibili di quell’amore che sempre deve richiamare all’amore che Dio ha per ogni uomo.